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Il velato Realismo Magico di Giampaolo Ghisetti
A voler esser sinceri non ci sarebbe più da scrivere molto sull’arte di Ghisetti: le sue opere si narrano da sole e a completarne la definizione ci hanno già pensato, a cominciare dagli anni Settanta fino al nuovo millennio, esaurienti testi di vari studiosi tra cui Michele Beraldo.
Così a noi odierni osservatori delle sue performances stilistiche, non rimane che approfondire la ricerca sulle fasi creative che hanno caratterizzato nel tempo la vastissima gamma di questo raffinato artista: pittura, decorazione, vetro, scultura, disegno. Ghisetti non si è certo risparmiato nell’assidua sperimentazione di tante discipline cardine dell’arte e oggi il risultato di una continua evoluzione verso la perfezione creativa è giunto alla piena maturità.
Filo conduttore che attraversa tutte le fasi della sua opera è la grande esperienza artistica veneziano-muranese, accanto alla rigorosa osservazione prospettica, alla riflessione silenziosa e composta della scena pittorica, caratteristiche queste, apprese dallo studio appassionato dei maestri quattrocenteschi e rinascimentali, da Piero della Francesca e Paolo Uccello, fino a Mantegna e a Giorgione, dal quale, a nostro parere sembra aver tratto ispirazione nella costruzione architettonicamente strutturata di uno struggente quadro che porta il titolo” Sacra Famiglia 2000” in cui la “mater” , abbraccia disperatamente il corpicino esamine del suo piccolo mentre l’altro infante rivolge lo sguardo attonito verso lo spettatore .
Nella “Tempesta” di Giorgione compare un paesaggio con architetture sullo sfondo, la madre tiene il suo bambino , non compare un secondo fanciullo ma si inseriscono molti dettagli totalmente assenti nell’opera di Ghisetti la quale, al contrario, appare di gran lunga più scarna di elementi oggettivi, maggiormente lineare ma comunque composita e ordinata pur nella sua urlata drammaticità, inoltre la costruzione d’insieme segue una linea comune a quella riscontrabile nel quadro del grande pittore cinquecentesco, ma l’enigmaticità, il senso di attesa, la staticità della scena che rendono misterioso il fermo immagine, nell’opera del contemporaneo hanno fatto un passo oltre: siamo già dentro l’evento drammatico che nel quadro precedente restava come in attesa, sospeso.
Come nella “ Sacra Famiglia”, pure in tutte le opere dell’artista veneziano, le tonalità pastello costituiscono un visibile richiamo alla ricerca di armonia tra forma, linea e luce,per trasfondere un’aura di silenzio e mitica riflessione.
L’opera omnia di Ghisetti trattiene in sé la sottile (ma importantissima) influenza di una parte fondamentale della storia artistica contemporanea: la metafisica di De Chirico e Carrà il mistero della spazialità geometrica, l’equilibrio formale di Casorati e Donghi, il Realismo Magico o meglio, l’arte del ”ritorno all’ordine” dopo il dilagare delle correnti avanguardistiche .
Opera di pittori che servendosi di una perfetta tecnica realistica cercano di rendere plausibili e convincenti le loro visioni improbabili, oniriche o fantastiche.
Giampaolo Ghisetti nella propria espressione pittorica accoglie, in un certo senso, tale definizione. Il suo “ Cenacolo è prettamente esplicativo di tale concetto: in un gruppo scenico di chiaro stampo leonardesco ma trasferito in un contesto d’epoca contemporanea la realtà della storia evangelica si trasfigura nella fantasia dell’artista attraverso i personaggi: Gesù, giovane uomo del Duemila in camicia, i Dodici in abiti contemporanei conversano in una cena con gatto e ciotola moderna sotto il tavolo imbandito.
Il costrutto scenico ha uno sfondo in stile rinascimentale come del resto tutto l’apparato architettonico.
Il Vangelo si rinnova nel mistero della vita e il volto degli uomini che recitano quella scena pittorica è il volto dell’artista stesso che vuole ritrarsi in ognuno di loro per rivivere e rinnovare in una magica realtà l’atmosfera della storia e del mito religioso che da sempre accompagnano in modo inscindibile la nostra condizione umana inevitabilmente commista di terra e di cielo.
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The veiled Magic Realism by Giampaolo Ghisetti
There is no real need to write about the art of Ghisetti as the works tell their own story.
The works fulfil the definitions of a variety of scholar over the ages, including more of Michele Beraldo.
So to us, today's observers of his stylistic performances, there is a search for the creative phases that have characterized the vast range of this fine artist in the past: painting, decoration, glass, sculpture and design.
Ghisetti has certainly not been spared in the experimentation of so many disciplines and today the result of this continuous evolution towards creative perfection has come to full maturity.
The conducting wire that passes through all phases of his work is the great Venetian-Murano art experience observation of perspective, the silent reflection of the composed the pictorial scene.
The 15th century and Renaissance masters as Piero della Francesca , Paolo Uccello, Mantegna and Giorgione, in our opinion, seem to have inspired the architectonically structured construction of a painstaking painting bearing the title "Sacra Famiglia 2000" in this "mater" desperately embraces the body of his little boy while the other infant turns his eyes to the spectator.
In the "Tempesta" of Giorgione there is a landscape with architecture in the background in which the mother holds her child but no second child appears.
The work of Ghisetti , on the contrary, appears devoid of objective elements, more linear, but ordered despite its screaming dramas.
As in the "Sacred Family", in all the works of the Venetian artist, pastel shades visibly recall the search for harmony between form, line and light, to produce an aura of silence and mythical reflection. Ghisetti's own work holds in itself the subtle (but very important) influence of a fundamental part of contemporary art history: the metaphysics of De Chirico and Carrà the mystery of geometric spatiality, the formal equilibrium of Casorati and Donghi, Magic Realism or rather, the art of "returning to order" after the spread of avant-garde currents.
The work of many painters using a perfect realistic technique, try to make plausible and convincing their improbable, dreamy or fantastic visions. Giampaolo Ghisetti in his pictorial expression olves indeed embrace , such a definition.
The overall construction follows a line similar to that found in the framework of the great sixteenth-century painter, but the enigmatic, the sense of expectation, the static nature of scenes that make mysterious the still image, in the work of this contemporary artist have gone a step further: we are already inside the dramatic event that in the previous picture remained as if it was waiting, suspended.
In a scenic group of clear Leondardesque style, but transferred in a context of contemporary times, the reality of evangelical history is transfigured into the artist's imagination through the characters, Jesus, a young man of the 21th century in a shirt, the Twelve in contemporary dresses converse over a dinner, with a cat and modern bowl under the folded table.
His "Cenacolo" demonstrates this concept.
The scenic construction has a Renaissance style background, which includes the architectural apparatus. The Gospel is renewed in the mystery of life and the face of those men who recite that pictorial scene and includes the face of the artist.
He thus revives and renews, in a magical reality ,the atmosphere of history and religious myth that has always inseparably accompanied our inevitable human condition on earth.
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