E’ stato detto come nessun artigiano o artista possa sottovalutare o disprezzare la tecnica senza correre il rischio di negare se stesso. D’altra parte, l’abilità manuale, la capacità di modellare e trasformare le materie è stata spesso siglata col termine negativo di eclettismo.
Eppure non mancano, nella storia antica e recente esempi di artisti che, accanto ad una attività principale, intesa quale centro della loro creatività, hanno sviluppato senza svilirsi anche un’attività non secondaria, ma parallela alla prima, mirante a soddisfare quella gamma variegata del gusto che può ambire sia alla funzionalità che al decorativismo.
Giampaolo Ghisetti è pittore e decoratore, coltiva con pari impegno l’arte e l’artigianato ( ammesso che i due termini valgano ancora a definire una diversità di valori) e non è un eclettico ma un polivalente. Certo sono evidenti le diversità tra la decorazione su vetro, la riproposta di antichi stili e l’invenzione figurativa, moderna e personale. Ma fatte salve le esigenze; dell’artigiano e quelle, ben più urgenti, dell’artista, l’occhio attento noterà che in Ghisetti le due attività apparentemente eterogenee si legano, si apparentano grazie ad alcuni fattori essenziali: la precisione del segno, l’accuratezza dell’esecuzione, la nobiltà del disegno e del suo intimo significato.
Talvolta si afferma che oggi la bellezza non ubbidirebbe più a canoni, a norme immutabili, ma bisogna dire che in Ghisetti la coerenza fra ideazione e l’esecuzione di ogni singola opera, e l’unità riscontrabile nel complesso dei suoi lavori, riescono agevolmente a restituirci l’emozione dell’oggetto finito, irripetibile.
E il vetro che vive della sua materia e assieme della sua decorazione, la tela che offre i suoi colori scanditi in agili geometrie e ritmi essenziali, ci ripropongono infine ancora una volta, l’idea di un’arte intessuta di emozione, sapienza ed equilibrio.
Giorgio Ghisetti
Giorgio Ghisetti